Nel luglio del 1633 una strana storia, quasi una favola, fu registrata in un documento ufficiale dell'anagrafe comunale di Cefalonia. Il governatore veneziano Fantino Malipiero dichiarò che gli abitanti dell'isola erano terrorizzati da un drago mangiatore di uomini e pecore ed emise un ordine per uccidere la terribile bestia. Poiché molti avevano già fallito nella difficile impresa, fu offerta una ricompensa: chiunque fosse abbastanza coraggioso da uccidere il drago sarebbe stato ricompensato con gran parte della foresta ai piedi del Monte Ainos.
Sotto le acque blu del Mar Mediterraneo è sepolto un temibile gigante. Il suo nome è Encelado, ha lunghi capelli scuri e una barba folta, occhi fieri e uno spirito ribelle. Secondo il mito, Encelado era a capo dei Titani che osarono sfidare gli dei dell’Olimpo. Cosa c'entra con Cefalonia? Beh, sembra sia proprio lui il responsabile dei terremoti che di tanto in tanto scuotono l’isola.
Immaginate un bambino affascinato dai misteri del mare. Immaginatelo costruire una barca con del legno e dei sacchi di farina come vela e, a soli nove anni, salpare verso Itaca. No, questa non è la storia di un piccolo avventuriero ripescato (fortunatamente) nel canale tra Itaca e Cefalonia da un pescatore, ma di un grande appassionato del mare che, una volta cresciuto, ha deciso addirittura di aprire un museo per testimoniare la grandiosa storia nautica del suo paese natale, Sami.
Il Museo Archeologico di Sami è una tappa obbligata per chiunque desideri conoscere Cefalonia al di là delle sue spiagge e delle sue più famose attrazioni turistiche. Il museo, inaugurato nel 2021, ospita un’esposizione davvero molto interessante di reperti raccolti nell’area di Sami e Fiskardo. All’esterno dell’edificio sono esposti i colorati mosaici che decoravano ville, terme ed edifici pubblici delle città, mentre all’interno la collezione è suddivisa in 4 sale che sviluppano diverse unità tematiche. Visitatelo e raccontateci quale reperto vi ha maggiormente colpito: i pezzi interessanti sono davvero moltissimi ma a noi sono piaciuti in modo particolari i gioielli, una bambolina che all’epoca del suo utilizzo aveva braccia e gambe mobili ed un piccolo vaso in terracotta che probabilmente veniva utilizzato sia per riempire le lucerne sia come poppatoio, l’antenato del nostro biberon.
La civiltà micenea fiorì in Grecia durante la tarda età del bronzo (1600-1100 a.C.). Marinai, pastori e abili guerrieri, nei loro spostamenti i micenei portarono con sé la loro lingua e le loro usanze, come ad esempio quella di seppellire i defunti in grandi tumuli contenenti tombe a pozzo. Le tombe a thòlos erano grandi stanze circolari con un'alta copertura a volta e un passaggio d'entrata dritto rivestito con pietra ed erano di solito decorate con oro, argento e bronzo. Il defunto era spesso seppellito con pugnali, maschere dorate, diademi, armature e armi ingioiellate. Si parla di queste camere funerarie anche nell'Iliade e nell'Odissea di Omero!
Proprio nel centro di Argostoli si trova un grande cancello di ferro che sembra portare ad un giardino segreto. Il piccolo Parco Napier si trova su un'altura proprio sopra la piazza principale della città. Circondato da mura in pietra in stile locale, grazie ai suoi alberi secolari il parco offre un rifugio ombreggiato particolarmente piacevole durante la calura estiva.
La passeggiata che sale verso il castello di Assos, sulla costa centro occidentale dell’isola, è uno dei punti fotografici più famosi di Cefalonia. La vista su uno dei villaggi più belli di Cefalonia è spettacolare in qualsiasi momento della giornata ma è al tramonto che le casette del paese diventano dorate e le scogliere intorno al paese sembrano davvero brillare. Il castello di San Giorgio, situato al sud ovest dell’isola, è di uguale bellezza. Dalle vecchie mura della fortezza si gode infatti di una vista illimitata sulla piana di Argostoli.
Per noi italiani, fortunati abitanti di un paese ricchissimo di reperti storici unici al mondo ed incredibili bellezze architettoniche, il ritrovamento di insediamenti romani durante un'attività di scavo non rappresenta un evento raro e particolarmente significativo. Dovreste quindi visitare il cimitero di Fiskardo e la villa Romana di Skala durante le vostre vacanze a Cefalonia? Assolutamente si! Imbattersi in reperti romani all'estero, oltre a dimostrare che non siamo i primi "italiani" ad esserci innamorati di questa incantevole isola, ci ricorda quanto la storia dei paesi mediterranei sia intrecciata e quanto questi contatti abbiano arricchito tutte le civiltà coinvolte... E se viaggiate con piccoli esploratori, certamente questa pausa dalla spiaggia rappresenterà per loro una fantastica avventura!
Di fronte a una tragedia, molto più dei fatti storici ci colpiscono le testimonianze di chi ha vissuto il dolore sulla propria pelle o ha convissuto con esso tramite i sofferti racconti dei propri cari. Come esseri umani, è impossibile non provare empatia per chi ha subito ingiustizie e soprusi o ha sacrificato la propria vita per la causa in cui credeva. Ecco quindi che anche nei momenti più bui si instaurano relazioni e si stringono legami, si permette alla propria etica di prevalere sulle ideologie e sulla paura, si possono scorgere dei barlumi di luce e di speranza. Nel commemorare la Divisione Acqui, la vicinanza umana dimostrata dalla gente di Cefalonia va ricordata quanto la triste vicenda dei soldati italiani. Sono infiniti i racconti degli isolani che hanno nascosto, protetto, nutrito i soldati italiani a rischio della loro stessa vita. Sono altrettanto numerosi i sofferti racconti di chi ha perso dei familiari proprio per le rappresaglie dei tedeschi. Nonostante la guerra e il ruolo di invasori degli italiani, i ragazzi della Divisione Acqui non sono ricordati con rabbia e disprezzo, ma con il sorriso che si dedica a dei giovani lontani dal loro paese, più uomini che soldati, capaci di atti di gentilezza e di farsi voler bene.