- Il 6 dicembre si celebra San Nicola, patrono della Grecia e protettore dei marinai. Secondo la tradizione i suoi abiti sono intrisi di acqua salata, la barba gocciolante, il viso coperto di sudore per la fatica di raggiungere le navi e salvare i marinai dal mare in tempesta. In suo onore a Natale i piccoli pescherecci si decorano di luci bianche e blu, le barche decorate occupano le piazze di villaggi e città e piccole imbarcazioni di legno decorate trovano posto all'interno delle case, rivolte verso il centro delle abitazioni per mostrare ai marinai la via del ritorno.
- Chi si trova in Grecia sotto le feste natalizie é costretto (dalla glicemia) ad una scelta difficile come quella tutta italica tra pandoro e panettone: kourabiedes o melomakarona? Entrambi i dolci fanno parte della cucina ellenica e sono preparati in quasi tutte le case greche in questi giorni per essere condivisi con amici e familiari. Noi votiamo per i melomakarona ma in realtà non si può sbagliare, entrambi i biscotti sono incredibilmente buoni e profumano di festa, che è quello che conta di più!
- Cosa sarebbero la vigilia di Natale e di Capodanno senza i canti dei bambini? Se nelle grandi città questa tradizione trova ostacoli pratici, nei piccoli centri e nelle isole, come a Cefalonia, ancora oggi i bambini (accompagnati da instancabili genitori) continuano a girare di casa in casa cantando le tipiche “kalanta” e suonando il triangolo. Al termine dell’esecuzione, talvolta interrotta prematuramente dal padrone di casa che durante la giornata finirà per ascoltare decine di volte la medesima canzone, i cantanti vengono ricompensati con una mancia e sono liberi di correre verso la casa successiva.
- Quella del kallikantzaros (in greco καλλικάντζαρος) sembra una di quelle storie da brivido che si raccontano ad Halloween, ma è invece una leggenda greca tutta natalizia. Secondo la tradizione queste creature mostruose compaiono sulla Terra il 25 dicembre e dopo dodici notti in cui fanno ogni sorta di dispetto al genere umano, il 6 gennaio tornano negli inferi grazie alla Benedizione delle Acque. I kallikantzaroi si introducono nelle case dal camino, quindi è suggeribile tenere acceso il Ceppo di Natale durante le feste. Temono inoltre la luce e la croce cristiana e possono pertanto essere respinti con acqua benedetta o marchiando la porta di casa con una croce nera. Un'ultima inquietante curiosità? Un tempo si credeva che un bambino nato la notte di Natale potesse trasformarsi in un kallikantzaros. Per questa ragione i genitori accostavano i piedini del piccolo ad una fiamma per bruciare gli artigli nascosti dentro la carne e salvare cosi il bimbo dal male.
- I portafortuna (γούρια in greco) sono molto popolari in questo periodo dell'anno ed è frequente riceverne dai propri cari come buon auspicio per l'anno che verrà. Bracciali, pendenti, soprammobili... Tra i simboli preferiti ci sono melagrane (emblemi di prosperità) e occhi di Allah (protezione dal malocchio) ma i disegni ed i materiali di questi charme possono variare. Qualsiasi cosa si scelga, un γούρι rimane comunque una gradita testimonianza di amore e protezione per chi lo riceve.
- Il primo dell'anno qui in Grecia è un giorno intenso, altro che pennichella sul divano per recuperare le forze dopo il Cenone! Per i bimbi è una mattina speciale, la più magica dell'anno. Babbo Natale in Grecia è infatti una persona diversa rispetto al resto del mondo, si chiama Agio Vasilis e porta i regali a Capodanno.
- Secondo la tradizione, la mattina di Capodanno la prima persona che entra in casa porterà fortuna o sfortuna. Meglio quindi che il "podariko" sia un bambino piccolo che con la sua innocenza e purezza sia di buon auspicio e che il primo passo si compia con il piede destro.
- Nel pomeriggio del 1 gennaio le vie di Argostoli diventano teatro di un evento decisamente particolare. Grandi e piccini si ritrovano sul Lithostroto, la via principale, per ascoltare i canti tradizionali e spruzzarsi addosso acqua di colonia. Le origini di questa usanza non sono chiare, ma diverse testimonianze dell'inizio del secolo scorso raccontano come acqua di colonia, coriandoli e fischietti fossero a disposizione di grandi e piccini per festeggiare la fine dell'anno. Mentre le bande musicali suonavano nelle vie i canti tradizionali, l'acqua di colonia veniva spruzzata dai giovani innamorati verso l'oggetto del loro desiderio (esistevano spruzzatori di vario tipo, alcuni addirittura realizzati in oro e argento da artigiani locali). Quando l'acqua profumata finiva i ragazzi attingevano alle fontane per continuare il gioco, che finiva con l'intera via agnata e profumato ed i passanti fradici ma felice. Dopo i devastanti terremoti del 1953 l'usanza svanì, per riprendere quando il Lithostroto fu pavimentato e reso nuovamente via pedonale
- Per festeggiare Agio Vasilis (San Basilio) ed iniziare l'anno nel migliore dei modi le famiglie greche preparano e consumano con parenti e amici la Vasilopita, un particolare tipo di "pane dolce" in cui viene nascosta una moneta. La tradizione è seguita anche da organizzazioni, scuole, circoli e aziende nel mese di gennaio. La dolcezza del pane simboleggia la speranza che il nuovo anno sia colmo della dolcezza della vita, della libertà, della salute e della felicità per tutti coloro che partecipano al taglio della Vasilopita. Tutta la famiglia si riunisce ed il più anziano inizia a tagliare la torta. La prima fetta viene messa da parte per Cristo, la seconda per la casa, eventuali terza o quarta fetta per altre cose care alla famiglia e poi le rimanenti fette si dividono tra i presenti. Chi riceverà il pezzo con la moneta sarà il fortunato dell'anno! Esistono diverse leggende sulla nascita della Vasilopita. La nostra preferita è quella secondo cui San Basilio Magno volle distribuire denaro ai poveri della sua diocesi. Per non offendere la loro sensibilità incaricò alcune donne di cuocere del pane zuccherato e vi fece sistemare monete d'oro. In questo modo le famiglie, nel tagliare il pane per nutrirsi, furono piacevolmente sorprese nel trovare le monete. Pronti ad iniziare il nuovo anno con dolcezza e perché no, una scommessa in famiglia su a chi toccherà un po' di fortuna extra?
- Il 6 gennaio coraggiosi nuotatori prendono posto sui moli di tutta la Grecia per tuffarsi alla ricerca di una croce benedetta. Chi trova la croce emerge dalle acque orgoglioso, sapendo che sarà benedetto per l'anno a venire. Il giorno dell'Epifania si celebra in Grecia la Teofania, ovvero Dio che emerge nella luce. In questa terza e ultima festività dei 12 giorni di Natale i dispettosi kalikantzari tornano nelle oscure profondità del sottosuolo ed il nuovo anno inizia ufficialmente nella luce.