I serpentelli, vellutati, di piccole dimensioni e con una croce sulla schiena, sembrano comparire ogni anno dal nulla, raccogliersi nella chiesa e poi sparire dopo la liturgia il giorno della Festa dell’Ascensione. Se consideriamo che i serpenti, fin dalla prima loro apparizione, si sono presentati dentro e fuori la chiesa ogni anno ad eccezione del 1940 e del 1953 (quando rispettivamente l’isola fu occupata dalle forze dell’Asse e scossa da un tragico terremoto), la loro presenza quest’anno ci fa ben sperare.
La comparsa dei serpenti sull’icona della Vergine Maria a Markopoulo ha un’origine lontana, legata a vicende miracolose tramandate oralmente. Esistono quindi versioni leggermente diverse della leggenda, tutte comunque colme del misticismo e dell’attaccamento ai valori tradizionali che caratterizzano la Cefalonia più vera e autentica. Dove oggi sorge la chiesa, un tempo si ergeva un monastero femminile. La leggenda racconta che un giorno, mentre i pirati tentavano di saccheggiare il monastero in cui era custodita l’icona, le suore invocarono la protezione di Maria e il monastero fu circondato da serpenti, che misero in fuga gli assalitori. Secondo altre fonti, furono le stesse suore a essere trasfigurate in serpenti.
Se secondo la tradizione cristiana il serpente rimanda alla tentazione e al peccato, nella Grecia antica era un simbolo di rigenerazione e guarigione. Poco importa se la comparsa dei serpenti può avere una motivazione scientifica, a Markopoulo la spiritualità precristiana si fonde alla religiosità ortodossa per dar vita ad un evento tradizionale che incanta e affascina ed ancora oggi attrae centinaia di pellegrini e perché no, di viaggiatori interessati a scoprire l’isola nei suoi aspetti più autentici e caratteristici.
Foto: Michael Pappas (https://pculiar.com/events/virgin-marys-snakes)